mercoledì 17 novembre 2010

Cézanne




Regina rossa


Prendimi
come seta tra le dita
come caverna di glifi che uno ad uno metti in luce.

Scoprimi
come tomba di cinabro, addormentata da millenni.

Specchiami
come giada sepolta, ora pulsante vita acquerulea e cristallina.

Fatti raggio e attraversami, fai della notte il sole.




*** ***

Ultimi dubbi

…come tante erbe infestanti
dentro la mia psiche.

Non avrete la mia libertà.



*** ***





La coscienza di Cézanne è sempre con me

Come avessi dimenticato
frammenti di te
in ogni paese sul mare,
Anima mia.

Quale collana di perle
madreperlacce
lasciata ingiallire
tra aridi flutti,
Anima mia.

Oh, illusione!
un velo
un timpano
un utero verde smeraldo.
ci dava il riflesso che credevamo il cielo.

Ogni perla un indizio
un portale
un archetipo
che dita di bimbi
sgranano
accendono.



*** ***



Gli dei

illuminano ciò che già
è emerso.

Gli dei…servi dei corpi…
adoratori
della psiche umana.

Non c’è segno che viene
dall’alto… da fuori…
dall’inconosciuto
Solo c’è ciò che dal nostro essere
archetipi viventi
già siamo.



*** ***




Pennellate

Sto… in un’ altra dimensione.

Sto… nel vuoto
madreperlaceo della conchiglia.

Sono… alla Perla che sono.

Millenni d’attesa
fino a sentire
il tenue calore
del raggio verde che schiudo.

Che ora
lassù alla luna
parla
della Luce reale
che sale
dal fondo del mare.



*** ***


la Forza


In effetti qual è il suo nome? uno e tanti... non ha importanza.
Però quando ne facciamo esperienza sentiamo di essere attraversati da qualcosa che ci segna e ci cambia mentre ci fa essere sempre più ciò che siamo.
Lei, Signora di noi stessi mentre ogni attimo ce ne assumiamo tutta la responsabilità, su ogni scelta e vissuto perché... perché… qui siamo al creare con la vita, che è un… giocare.
Tutto s’inchina e abdica a tale forza che ci rende consapevoli dei mondi che siamo, tutto possiamo, tutto è possibile, tutto ha un senso e va vissuto e celebrato.
E Lei ci rende Re di noi stessi.



*** ***




Gioco

Se il gioco viene
gioco
il perché non so
ma solo se gioco
un giorno
forse
qualcosa capirò.


*** ***



Il raggio verde

Quando emerge l’emozione sconosciuta
o forse nota
non conducibile dalle parole
né dal gesto né dal corpo.

Quando l’unico modo
di lasciar uscire il non dicibile
è andare in fondo al mare.

Tentata
di criptarlo in una conchiglia.
Oggi l’ho avvertita l’insidia del sentirsi
l’essere stati i signori di un Silenzio
pieno.

Oggi non ho scelto una conchiglia

Ho sciolto il non detto nelle bracciate
affidando all’acqua
la creazione di un linguaggio.

In fondo,
è dall’acqua che nasce la vita.

*** ***



Alle sorgenti del Clitunno

Dormire
attraversati da tracce smeraldo.

Riflessi dell’acqua
occhi di dee.

Polle trasparenti di vita acquerulea
che la montagna eiacula.

Frammenti di luce squarciano il velo
allorché il verde dei faggi fugge verso il cielo.

Storia antica che riemergi a gocce
che riempi un lago di sopore azzurro verde in cui mi oblio.
Oh, Federico, Garcia
sacerdote dell’acqua del sangue e della forza!

Ritrovato antico amore
fatto gola che canta.

Alle sorgenti del Clitunno
in me
sonno d’acqua e d’erbe.


*** ***





Campello sul Clitunno

Ossidiana.

Torri scolpite tra gli ulivi.

Echi
di gregoriani incensi.

Richiami
profumi di donna
corpi fatti preghiera.

Un femminile
reso madre
dalla volta del Cielo.



*** ***




Bellezza e forza

Forza/Bellezza
è la spinta

“non mi darei
che per la tua forza”

“non mi darei
che alla tua bellezza”.

*** ***




Alla foce

acqua di sale, acqua di fonte
antica saggezza, nuovo sentire.

Euridice ritorna, sciogliti Orfeo
coltri che scorrono sotto ai miei piedi.

Tutto si sveste, tutto si scioglie
sassi lucenti tracciano strade.

Piccoli scogli, freschi rimbalzi
memorie travolte da onde di schiuma.

Alla foce

aprirsi al vasto e tremendo smeraldo.

Verd-azzurro immenso cristallo ondeggiante
seduce la Terra.


*** ***



Dall’etere


Eros scava, toglie il velo a parole.
Spezza sintattiche catene, sfronda poteri.

Svela enigmi e cabale. Smaschera incantesimi.

Il corpo mappa di tesori
di più
oligarchico microcosmo del re di Salem.

Echi
voci di vati
aprire un orecchio che capta assonanze
alzare un’antenna a segnali impensati.

Assenza di senso che impone ascolto…

… “la lingua nelle sinapsi scoperte”.



*** ***



I miti

Parlano le sinapsi
antri lidi, luoghi reconditi
di una Psiche occulta prodiga esigente.

Psiche del dio fattosi bambino.

Ritorni, vecchio stanco pensiero
e un giovane Efebo si specchia.

La morte era un sogno
le Pleiadi chiavi di vita immortale.

In ogni cristallo vibra la forza
Parola.

Ogni chicco di cielo
che scorre nel corpo è materia divina.





*** ***




I miti e le dee gli dei

Dagli voce, che parlino

sono funzioni della Psiche.

Basta pronunciarli
dare loro respiro
e funzionano.

La parola è viva
ogni emissione ogni segno
è forza di freccia
che l’arciere già vede fissata
al centro dell’occhio del mondo.


*** ***




“Dormire
attraversati da tracce smeraldo”

thori
catino

budda

la trama

una rete connette le menti
dissolve vaghe identità, perduti nomi e perché.

In gesti che sanno di terra per dire Parole più estese.

Come piume in mano all’arciere per essere Parola non nostra.

La Psiche ci perde
esuli, non siamo di noi.

Libertà ci forgia.

*** ***


Oscurami


Al silenzio
oltre ogni verecondo sentire
odi bellezza.

Dita sospese
su spartito di respiri

suonano le creste dell’aria
come note speziate
come tracce di pensiero appena incarnato.

Solo il corpo
può dire vissuti dalla bellezza.

Oh, tu
Pastore di nuovi orizzonti
or che il sole cristallino rilascia i suoi raggi

oscurami

solo luce
il cuore della Terra lanci nel cosmo.


*** ***



Mare di cristallo

mi possiedi.

Forza antica inseguita dalla luce del giorno.

Immersa in un plasma poderoso e sapiente
che possiede l’arcobaleno.

Smeraldo rubino opale lapislazzuli cromatidi diamanti
luce e pietra.

Essere già di altro, essere oro e argilla.



*** ***


Cristallo


Immersa nel plasma cristallo che abbraccia la Terra.

La carezza acquatica verd’azzurra
che avvolge la Terra
Una col suo cuore.

Mi perdo, mi lascio prendere.

La mia pancia, grande cesto di variopinti fiori
stelle alpine, stelle marine, rododendri ginestre e mimose
papaveri e lillà.

Cesto di profumati segreti.

Suoni e parole. Perle.

Il mio ventre pulsa e respira
Uno, col mormorio del mare.


*** ***



Le mani in cèzanne

Mi accompagna dolcemente da tempi immemorabili

trascina scie di luce

allontana spettri silenti

mostra cabale

svela enigmi.

Regala fiato e respiro.

Dona note suoni colori.

Lascia soli.

Ineluttabile

Voluto

Portato.

Come sgranare un rosario.

*** ***



Cezanne

Quasi una forza lontana
suono indistinto sempre acceso.

Lontani i tempi della luce e delle stelle
ora ampi vuoti e silenzi.

Ma lui, la sua voce, il suono del suo pensiero
quasi il profumo
e il suo sottile insinuarsi in ogni recondita piega del mio respiro.

Sempre presente
deciso sicuro.

Ovunque il suo colore
e i ritorni della luce.

Sempre lui a dirmi che la vita
è il continuo flebile sussurro
che sempre mi parla.


*** ***




Occhi fiati

Verdi azzurri - i cieli sul mio letto
Rossi gialli - la linfa nelle vene
Le terre i neri - vivo di silenzi
Grigi blu - orizzonti senza soli.

Occhi fiati - sospesi.
Parole - silenti.

Attimi d’incanto.

*** ***


Per incontrare l’altro, l’amato, possiamo usare la parola, lo sguardo, il corpo ma possiamo usare il mare, il vento, la roccia, la stella, la goccia d’acqua è la stessissima intensità.



*** ***

Direttore d’orchestra

scrivo pensieri sul mio corpo
traccio vie sentieri tratturi voli d’aquila
suono note sinfonie libero canti.

Un cristallo fermo e trasparente
che le mie mani risvegliano.
Luce che chiama le dita
ad intrecciare trine arcobaleno
vortici di forza.

Sola. Ignara. Silente. Profondamente mia.
Corpo cristallo. Corpo di luce.

Ascoltare parole criptate
aprire glifi di carne
di pelle di anse di seni.

Baciata dal sole
il ventre… gli archi.
il petto… i fiati
arti e percussioni.

Le mie mani su di me.
Direttore d’orchestra.

E la vita continua a riempirmi di luce.

*** ***


Odo

I corpi di altri, miraggi, del deserto di sale
il velo si squarcia e solo un suono rimane
odo parole, sembravan lontane
lasciare ogni cosa perché una memoria
da mondi di seta
mi vuole abitare.

*** ***





Vedo quel prato

Quel prato
sapeva.
Distesa di fiori
parlava alla luna.


Una corsa
un guizzo
un tremore
una timida mano.


Oh, non ho capito!
Tornare
oggi
ascoltare
trovare il nuovo sentiero.

*** ***


Tocco

Tocco
parole di carne
luce che nutre
forze feconde


un nucleo
un ovulo un seme


tocco
pareti di utero
acque in cui nasco.

*** ***




Volo

Fai più veloce
veloce
non lasciare spazi vuoti
ma solo
energia pulsante.

Mi hai raggiunta
be-re-shit
mani di seta.



*** ***



Apro il tempo interno

Chiudo
occhi
orecchi
mani
dita
sentire sul mondo.


Entro
spazio da sempre mio
abisso di forze


Pensiero sublime
lanciata nel cosmo.

*** ***


Nel paese di molto molto lontano

Mare
sole
brezze
luci nell’acqua

accarezzano
toccano
svegliano seducono
la mia pelle il mio corpo
le mie sinapsi

abbandonata
persa
in un utero smeraldo.

Approdata
in un sereno universo.

Non so se ritornerò.

*** ***



Poter dire bellezza

Lo chiamano innamorarsi
appartenenza gelosia possesso esclusività

… … … …


C’è uno spazio nel cuore, nostro, che non conosceremo
se non ci permetteremo di innamorarci.


Nel cuore c’è un territorio
impalpabile
appena percettibile
è morbido, quasi spugnoso
è come la carne del bambino
è silenzioso, liscio, quasi un velluto.

Sento che m’innamoro e la mia anima si ferma
si distende su questa coltre.
È il tessuto quasi spugnoso dell’utero
è rosso, pregno, di sangue e del suo odore.

Mi fermo, lo percorro, mi adagio
mi dà il suo liquor mi tocca
mi bagna mi avvolge mi nutre.

È un sentire è un bere
un’osmosi che pulsa tra il velluto e la mia pelle
dentro
fino agli spazi del mio essere più lontani.

E mi riconosco.

Il mare vasto e tranquillo
in cui scivola la mia barchetta.

Innamorarsi
un sentire.
La mia esistenza sulla Terra
ciò che ho scelto di essere.

Poter dire bellezza.

*** ***




Desiderio

Appena ho scritto questa frase, presa da un libro la mia testa s’è messa a fare come quando su internet metti una parola nella ricerca e la girandolina parte, per dire che sta perlustrando il mondo per trovare ciò che vuoi.
Non ho nemmeno tentato di infilami nella perlustrazione.
Sarebbe stato uno stress inutile, meglio lasciare fare al mio pc personale, alias cervello e intanto aprire un altro file.
Ma sapevo cosa il mio pc stava cercando.
Un quadro, non mi era chiaro stava andando tra Cézanne Van Gogh a qualche altro impressionista, mi pare Monet, meglio togliersi dal campo e lasciara era, non interferire che da qui a un po’ sullo schermo del mio cervello l’opera, collegata al fatto che “Il desiderio… fa entrare nel silenzio perché la parola non potrebbe contenere l’amore e l’amato” sarebbe emersa dal fondo della psiche dove stava a sonnecchiare.
Prudenza diceva di non indagane nemmeno sui criteri che conducevano alla scelta, meglio allontanarsi in quel silenzio. E fidarsi. Sarebbe stato un guizzo, un’emozione, un piacere questo mi era chiaro.





Dal silenzio la voce del cuore

a Dio

Quel Dio diventato fame, dentro me
quel Dio diventato solitudine, dentro me
quel Dio diventato freddo, in me.

Bisogna agire le cose
da quel luogo in cui si è
con il cuore e l’Anima scoperti

da qui, da tutta la mia rabbia.



*** ***


Il Vento

Sono la Forza
che sta al centro della cosa più potente che c’è,
il Pensiero.

Ne sono l’Anima
la Forza,
la Vita.

Prendimi in mano
stringimi
trattienimi
come si stringe e si trattiene un serpente.

Senza via di scampo
senza altra possibilità
se non quella di lasciarti attraversare,
tutta,
per ogni vertebra della tua schiena,
dal brivido gelido e infuocato che nasce dal tuo sentire
e sapere di aver in mano un serpente,
di più,
la morte
o la vita
e di non poter fare altro se non stringerlo con forza,
fino a stringerlo appassionatamente
il tuo Smisurato Pensiero fatto Realtà
sapendo, finalmente, che questo e nient’altro che questo
hai cercato per tutta la tua esistenza.


*** ***

Il Vento 2


Vento, Sono Vento
Forza e Vita.

Apriti
sospendi il tuo pensare
e lasciati penetrare.

E mentre stai
nuda e vuota
a lasciarti fare dalla Vita
intercedi.

Sii, davanti a me,
tutta la Terra e tutti i suoi figli
e lascia che il vento forte e dolce del deserto
entri in ogni respiro.

Lasciati possedere dal Re
o mio primo, amorevole, infinito
abissale Pensiero.

Parlami…sussurrami…

Ti ascolto.


*** ***


Condivisione

C’è un’intimità
che non può essere condotta
né dalle parole,
né dalle circostanze.

Eppure unifica e feconda, reciprocamente
negli esseri, parti profonde
fino ad oggi deserti inabitati
tenebre
che iniziano ad essere luce.

…per quel tanto che è importante,
lasciarsi guardare
perché in questo lasciarsi guardare
la nudità,
è ciò che fa illuminare le cose.

*** ***


Sempre

Qui, nel cuore
il Cielo e la Terra.

Fili di luce
cristalli di perle
che percorrono le vie
uniche e lucenti di ogni Uomo.

Di più, ancora di più
più di volare
più di poter amare
e di sentirmi amata.

Sempre, sempre
partorire
il Pensiero Nuovo che viene.


*** ***



Dal silenzio

L’ho dentro
l’Attimo d’Incanto
quando vedo
il seme della poesia

poi tesso la tela.



*** ***





Solitudine

Prima manciata di stelle
primi passi incerti dentro ad un vortice
silenzioso e possente.

Oh, dentro a una galassia!
Vincimi forza di gravità,
inabissami dentro te, nuovo universo!

Mistero.

La freccia ho lanciato da questo mondo al tuo.

Nella nuova galassia
nasco
capace di amare
incondizionatamente.

*** ***




Il Re

Se il cuore ti trasporta in mille e uno colori
lascialo fare.
Ricordi?
I sentimenti, le emozioni, detti, ascoltati, lasciati turbinare,
ogni essere ha trovato il modo di parlare di sé
nel grande anfiteatro della storia del mondo.

Il tuo cuore di carne possiede tutto
sa tutto.
Ogni voce ora si fa anfiteatro
e al centro lui, il Re, il cuore di carne
fatto cuore del mondo

batte.



*** ***





Ilare


Si è guaritori tanto quanto,
attraverso il nostro guarire,
l’altro vede, riflessa in noi
la Sua capacità di guarire.

Parlare, annunciare le mirabili immagini riflesse in noi.
Parlare di noi come si parla del fiume, del seme, dell’amore.
Lasciarsi dire nella bocca di altri
lasciarsi portare nei pensieri e nei cuori di altri.

Morti a noi stessi
rinati
esuli
al nostro stesso cuore
serenamente
come una vela si lascia attraversare dall’improvviso raggio di sole.


*** ***

Lichene

Volare ancora volare
lasciarmi fare dal vento
dall’acqua, dalle nubi d’estate
dal desiderio.
Solo librarsi, solo volare
così come fu solo
precipitare.

Senza potere
senza volere
senza sapere.

Senza un centro
tutto è centro
nulla è centro.

Senza luce
senza potere
senza sapere,

senza dovere
senza volere
senza spiegare,

lasciarsi guardare
lasciarsi toccare
il cuore.

Essere del vento
quello dei ghiacci
quello che dà voce al deserto
dell’anima.

Luogo amato
unico amore
sono
ciò che mi sembra di non essere
amo
ciò che mi sembra di non amare

essere sempre stata l’altra parte di me
così amata!
così invocata!

Signora del mondo
un tremulo lichene
freddo
davanti all’aurora.

per me.

*** ***



Ti avrò

Ti avrò,
sono innamorata
perciò
stai sicuro che ti avrò.

In me.

Che il fuori di me è
illusione.

E’ tenda del deserto.

Abito spesso tra sabbie e ghiacci
deliberatamente.

*** ***


Pensiero nuovo

Guardo il cielo stellato,
pieno di stelle.
So che io, noi, abbiamo creato queste stelle.
Fuori da questo tempo/spazio
siamo
in un tale potenziale che creiamo questo mondo,
creiamo le stelle del Cielo
e le fissiamo lassù.

Da questa dimensione in cui siamo
mentre, anche, siamo qui a viverci
queste vite terrestri.
Contemporaneamente siamo là e qua,
che sono due “qua”
e continuiamo a creare.

Le stelle sono i nostri depositi di energia
le riserve di potenziale.
Le mettiamo là
e in esse attingiamo
per creare cose nuove
qui sulla terra e nel cosmo.

Bisogna sapere questo e ricordare
come abbiamo fatto
e come stiamo facendo,
così siamo creatori e stelle.

Amiamo, qui sulla terra
e creiamo
Energia nel Cielo
fissandola in stella.

Questo accade quando amiamo,
ma ciò che sto affermando non è poesia o metafora
è concretezza
è ciò che accade.

Dalla stella prendiamo l’energia per creare
il nuovo corpo quando decidiamo
di venire sulla terra.
Ma posso prenderla
- e lo faccio-
per rinnovare questo corpo ,
perché in esso sto bene, lo riconosco e lo amo.

Come fa l’Amore a creare energia che diventa stella?
Non c’è l’Amore,
c’è Chi Ama.
C’è solo “ Io Amo”.
Amo e sono nell’immenso
tutto mi appartiene
e tutto sono e posso.
Questo tutto oriento nel mio cuore
e lo indirizzo ad un cuore.

Si crea un legame sulla Terra,
sempre si crea
e quando lo vedo e lo amo,
gli ha dato l’esistenza.
E’ energia pura.

Sto cantando come fanno l’amore le stelle.
Noi.

L’insidia, la separazione
è sempre e solo stata questa:
aver pensato di non essere degni
di dire: Io Amo. Io, amo.

“Quando amo do la vita”,
sembra un’affermazione ovvia, scontata, sempre saputa,
sì, l’abbiamo sempre saputo così tanto
che ne avevamo scordato il senso e la potenza
e ci eravamo ridotti a pensare che dare la vita significava solo
fare un figlio, che resta il massimo del creare,
ma noi creiamo, stelle, universi, amori, spiagge, soli,
alberi e comete e ancora, Amiamo. Questa è la creazione.

Dare la vita a mondi, galassie, pensieri nuovi,
a dimensioni nuove,
dare vita al giorno e
dare la vita al nostro corpo nuovo ogni giorno
e così al nostro pensiero e al nostro cuore.

Quando amo faccio tutto questo
non come metafora,
rendo tutto questo concreto e toccabile,
buono, ossia gustabile.

Creiamo stelle sempre,
ogni istante,
per ogni nostro atto qui sulla Terra
una stella nasce là nell’abisso.
Ecco cos’è l’abisso, perciò m’attira e mi spaventa,
sono io dall’altra parte di me
quella che non so di essere,
nemmeno immagino, invece sono.

Ogni attimo tra me e altro qui sulla terra
si crea la connessione
che subito s’innalza nel cielo
e forma il terzo lato di quel triangolo
che attira in sé le energie dell’universo
e fa essere le stelle.

Questo siamo ogni momento, Uno, con la stella e tutta la sua energia.
Quanta materia prima a cui attingere!
Di cui godere!
Basta saperlo, ora lo so
e l’attiro.

So che in me è vivo ed attivo il catalizzatore
colui che, uno con me, ogni istante attira a me il mondo
il mondo che io stessa creo,
è l’età dell’oro viva ed attiva in me
e sono una con le stelle.

Io ce l’ho la grande idea del Dio che sono,
perciò verrai da me.
perché in me “ ti ri-conoscerai”.
Questo è il livello del riconoscimento reciproco
tra te e me.




*** ***


Lo Sguardo

Vivo
sospesa
ogni attimo
tra il niente e l’infinito

e mi vedo nel tuo sguardo.


*** ***





Nuovo Pensiero

Là dove Sorge,
Increspato d’Azzurro
l’Ultimo Pensiero.

Un Seme
vedo nel cuore.
Strappato al Cielo.
Fecondato.

Là dove Sorge
Increspato d’Azzurro
il Nuovo Pensiero.


*** ***




Sistema Solare

Sempre siamo tutto il grande e poderoso
Sistema Solare.

Semplicemente
la mia dimensione cosmica.

Sono Terra
vortico su me stessa
rivoluziono attorno alla mia Fonte.

Sono Mercurio
intelligenza cosmica sempre viva e brillante
la sorgente degli archetipi
in cui ogni notte mi riposo
e attingo nuovi insegnamenti.

Sono Venere
sono Fuoco
protoni neutroni
datimi così dall’amore di me stessa
perché qui, su questa dolce e fresca Terra
io possa sapere cos’è la passione.

Sono Terra
in questa vita
che sto attraversando veleggiando tra verdi colline e aridi deserti
perché la carne è l’abisso e la gloria del cosmo.

Luna rossa
Luna bianca, dolce Luna
lo specchio di me sempre acceso
lo sguardo su me sempre posato
sempre, in questo eterno incedere nel cosmo
io,e me stessa.

Marte
e tutta la forza del cosmo tra le mie mani
per roteare, scontrare, costruire
incantare edificare
creare con tempi e spazi nuovi che,
nel mio planare tra stelle e galassie, conquisto.

Giove, Saturno
deificare, santificare,
render degno di esistenza e di onore ogni forma di vita.
Il mio sguardo planetario
intenso
profondo quanto e più, molto di più
di quanto è profondo l’universo,
tutto consacra degno di vita.


Urano
dove so che non avrò mai fine.
Sementi di vita nuova
infiniti
possenti
quasi da sembrare impensabili
ma io, nel cuore, so.
Sono Re di ogni esistenza che è stata e che sarà,
in Urano.

Nettuno
la mia capacità di rinascere
di creare nuova vita sta in te
Pianeta che mi possiedi nel tuo mistero
e la forza di ogni mia rinascita sbaraglia
qualsiasi povero pensiero.

Plutone
e quando sarò stanca ed annoiata di galattici giri di valzer
tra le orbite del mio Sistema Solare
su te mi poserò
mi coricherò
e dal tuo silenzio ascolterò
come ricominciare il gioco
delle esistenze sempre ai limiti dell’infinito.

Solo la nostra avara e arida illusione
ci costringe a credere che noi non abitiamo i nostri pianeti.
Ogni attimo siamo tutto il Cosmo
ogni attimo siamo
tutta la potenza dei pianeti
e nel nostro essere comete
danziamo
tra magici e armoniosi veli
nel nostro incommensurabile giardino.


*** ***





VIVA LE STELLE !

noi

Le stelle si creano auto-replicandosi poi,
risucchiate dalla stella principale,
entrano a far parte della luce da cui si erano originariamente scomposte,
per brillare di una luce unica.
Zanitia

Qui nasce e fiorisce Camelot,
vortice di potere, spirale di potenzialità,
fuochi d’artificio di gioia, bellezza, amori,
vita, vita, vita e altro altro ancora.

*** ***





Gioco

Un guizzo sottile increspa l’aria.
Lasciati avvolgere,
è la Vita che ti prende,
aquilone.


Oltre... ancora oltre






dice il Pensiero :
Non posso continuare a pensare cose piccole,
io, che sono nato per pensare il Mondo!







Ho bisogno di te

Quando plano
oltre il limite delle mie necessità
in un’esistenza di me che vuol essere esplorata

il cercarmi
integra e gioiosa
in pazze espansioni
diventate magia
al tocco della Coscienza.

Bellezza intelligenza
dolcezza e tenerezza.

Dirmi
quando l’Altro finalmente
fa da specchio a ciò che sono:

“ Ho bisogno di te, donna,
che mi vedi
per il Cristo che sono”.



*** ***




Hanno bisogno


Aver visto nell’estasi
l’umanità dei bisogni
vissuti, gioiti, redenti.

Vivere per essere Voce
che grida, ridendo
la libertà.

Tutto ho voluto
perseguito per me stessa.
Il limite diventa
ciò che dà la spinta al proseguire.

Un me stessa dilatato
all’Universo.

Hanno bisogno
implorano
che qualcuno alzi il velo.

Hanno bisogno di questo Cristo
che abdica il suo mito dicendo:
” Non cercate me e siete, me “

Non cercate, esistete.


*** ***

Atto di abbandono

Alle sinfonie ampie e profonde
che intonano le galassie.

Al Grande Orecchio del Cuore
che ascolta oltre
il rumore della Terra.

All’acqua cristallina
che la neve libera
all’incanto del sole.

Al cuore del mio uomo
che m’incanta di sussurri
mentre scava la mia anima.

Al pensiero della morte
che mi assale nella notte
e mi lascia sola.

Alla vita.


*** ***



Creare me stessa

Come rompere l’ultimo velo
tra me e l’eterno?
Ormai lo so
m’appare ad ogni passo
nell’incanto del presente.

Ancora qualcosa…
ancora un buio trasparente
forse, ancora, l’abitudine del dubbio
l’abitudine del buio.

Essere già nell’immenso
essere già di altro…
altro mondo
altro amore, altro di me.
Aver varcato la soglia.

Bastava sapere di essere i creatori
del bacio, della carezza
dello sguardo d’amore.

Ma perché, perché
questo necessario cercare l’eterno?
Perché.

E’ l’unico senso che posso darmi
sapere, sentire che io mi sto dando
vita e spazio e tempo.

Non posso più riconoscermi in qualcosa
che è di altri
fosse anche di Dio.


*** ***

Non so

A chi
permetto
di negarmi l’anima.

Tra te e me, mondo dell’illusione
costruito su parole inesistenti.

Anch’io tutti i giorni
sto
ansimo
e mi dibatto
in un reale separato dalla sua Sorgente.

Così mi scordo l’Eterno
entro nella Paura
e la scambio per vita.

Così navigo
giorni, esistenze
tra le nebbie di questo mondo
di cose finte,
che ci sembra vero
ma che c’illude
e imprigiona.

Finché
a momenti
basta una voce
una poesia

un attimo
in cui riesco, ancora non so come,
ad infilarmi in quel cono
di luce
che sempre è puntato
diritto alla mia Stella

e mi conosco.


2 marzo 2005 (alla morte di Mario Luzi)

*** ***


L’ Uomo 2 aprile 2005

Quasi ci si scorda
che egli, per molti,
incarna il Cristo.
Ciò che attira
è la sua umanità.

Non è più rilevante
distinguere i confini
se egli è solo
la carne
che rende visibile
Chi lo abita.

Anzi
è sicuramente e solamente
quest’uomo.

Se n’è andato
ma noi non siamo soli,
adesso bisogna scegliere
di ascoltare solo il cuore.

Adesso
è come in quel giorno
quando anche l’ultimo testimone dell’Egitto
morì

noi…
siamo i nati del deserto.



(Alla morte di Giovanni Paolo II)

*** ***



Venezia

Piangi

e il tuo lacrimare
giunge alle mie vene con lo sciabordio
dell’acqua verde
ai piedi dei palazzi.

Tu, hai sempre versato
amare lacrime
quanto penare
quanto morire
a te stessa
in quelle fredde umide stanze
fatte di specchi
trine
luci illusorie.

Quante catene in quest’isola del mondo
ricca degli scenari dei potenti

Quanto amore
quanta dedizione
quanta fede nella vita.

Venezia è una donna
la donna sempre in bilico tra
le acque profonde
della sua vitale Consistenza
e il riverbero del sole che crea l’incanto
su questo solare sogno della Terra.


*** ***


Ancora vita

Ritorna
l’antico alimento
mai perduto

sempre
reso presente
da un passato
che è già futuro.

Acque dolci
profonde e rassicuranti:
le gocce di rugiada
che la mia Anima dischiude
davanti alla Presenza.

Era in me
questa Luce trepida e regale
sa di Madre
sa di Padre
di uomo e di donna.

Sa di brezza
che s’insinua ad accarezzare
ciò che restava ancora sopito

e la Vita continua
a riempirmi di Luce.


*** ***



Prendimi L’Anima

L’Anima ha un solo compagno
Se Stessa.

Tutti specchi
coloro che mi stanno accanto

riflessi di me
creati
per dire a me stessa Chi Sono.

Amori, cui appartengo
per il tempo che serve ad esplicitare
un’Altra Parte di me
e riempirla di colore suoni danze
sorrisi e armonie.

Gli amori della mia vita
sono Un Solo Amore

attraversati come
brughiere sconfinate
distese colline verdi
viali autunnali
acquitrini
e orbite di stelle.

Tutto per aprirmi l’Anima
e sapere che a me appartengo

e quando, finalmente,
Sono
in questa dimora
dire col cuore dell’Anima del Mondo,
sola passione della mia vita:

“Prendimi l’anima
e ogni istante sia Uno col Tutto".

*** ***

Ti ho dato così poco

Amo le cose belle
amo la poesia

Voglio vivere come poesia
essere fare regalare poesia.

So che il mio essere poesia
tocca il cuore di chi incontro
crea il punto in cui
la Luce apre il varco
penetra e si fa Risveglio.

Innanzitutto a me stessa
lo regalo questo tocco
facendomi poesia per me.

Plasmo il corpo
il respiro, il pensiero
divento
Poesia-emozione
che raggiunge, tocca
e scioglie il grande Inganno
ogni giudizio su di me
diventa Nome amato, abbracciato.

E lascio che
tutti i beni già presenti
riversino al mio essere
tutta l’essenza e l’estasi.


*** ***


Madre

Dio
è la creazione dell’altro
non la mia.




*** ***



Conoscere

Ogni particella di universo
è spaventata
nel buttarsi dentro me
mentre ne è irresistibilmente attratta.

La paura è l’attimo prima
d’abbandonarsi all’attrazione

ma non resta altro che attraversarmi
per sapere cos’è il mondo
che ho creato.

Particella
veicolo in cui mi sono creata
per attraversarmi
e darmi il nome che già sono

e ora vado a conoscere.


*** ***


quasars

Fuori dal bisogno di attrarre nella mia coscienza Dio.

Il silenzio consuma anche l’ultima parola
l’estremo ancoraggio.

Chiamarlo Dio è utile per fare un miglio tra noi
ma l’ultima illusione si solleva
e tu m’ appari,
dal vuoto e dal silenzio,
come colui che vuole semplicemente esistere
in ciò che ogni istante E’

e mi ri-conosco.


*** ***




Desidero darmi di più

Con te oltre te
con me oltre me
è la Sorgente.

Senza sentiero
senza tratturo
perse le tracce
esaurite le orme
di chiunque.

Qui
e oltre qui, si apre la fantasia
il gioco.

Qui
e oltre qui, è la realtà
che nulla è.
Vetta, abisso
piccola radura o davanti al sole
ogni luogo è delizia

Silenzio e Presenza.

Un rivolo
ridente e cristallino
intesse giochi di luce.


*** ***


Momenti di depressione

Ho svuotato delle stanze dentro me
ora me ne rendo conto
e il vento nuovo e leggero ora vi abita
insieme ad una grande Luce.



Ogni evento della vita di Cristo è metafora
di un passaggio della nostra anima

poi oltre…oltre qualsiasi mito.



*** ***


Decisione

Decisione è stare nell’altro

perché l’altro sono io.



*** ***


Chiarore 2


Dal vuoto e dal silenzio si aprono scenari
di presenze e di respiri prima sconosciuti.

Il vuoto, l’assenza, l’attesa
abitate
conquiste dell’anima
inoltratasi nelle sue grandi e temute solitudini.

Chiamati per Nome
ora
i grandi spazi
in cui ho deciso di abitare.

Bastava lasciarsi andare
portata,
tra le stelle dell’anima,
su mille tracciati di luce
fatti poesia, musica e sogno.

Incantata dal giocare con le stelle.


*** ***

Sei venuto come amico

Le stelle sono i nostri pensieri
i pensieri sono l’angelo e la potenza che siamo.

Questo sei venuto a dirci Tu e non solo Tu
mille Coscienze costrette al silenzio e all’oblio dei secoli
ora Luce, ora Parola.

Parole nascoste
parti di noi, affidate all’abisso,
ora Coscienza.

Luce occultata, rapita
sempre palpitante
nell’abisso di ogni cuore

ora Voce.











sabato 13 marzo 2010

Terrastella

Il mio sogno, visto lassù nella stretta d’amore tra la Stella e la sua Anima, si svela qui, nello stupore che mi regala la mia Anima.


“Esiste un flusso cosmico che riveste un ruolo di eguale importanza nella formazione dell’universo, del soffio della vita e della coscienza umana. Queste forze operanti in noi ed intorno a noi, non sono indipendenti l’una dall’altra bensì energie universali aventi origine comune, poiché è vero che tutto ciò che è in basso è come ciò che è in alto, e che tutto ciò che è in alto è come ciò che è in basso".

Dalla “Tabula Smaragdina"




Presentazione

Tredici poesie che parlano di stelle, nate dall’incontro con una cultura che, del firmamento, ha fatto la sua Guida.
Viste così, queste poesie, come dodici stelle disposte in cerchio, con un centro, a formare quello che, nella cultura degli indiani d’America, è il cerchio sacro che favorisce la guarigione.
La Ruota di Medicina, lo spazio attivo, sacro che riproduce e attiva l’armonia e la potenza del Cielo dato che, il pianeta e tutti i viventi sono lo specchio del Cielo.

Dice Enzo Braschi: ”La Ruota di Medicina è – se così vogliamo esprimerci –
il tempio più semplice che ci sia. Ma non è un tempio nell’accezione che la nostra cultura è solita dare al termine. E’ più vero dire che è un concetto, una via di meditazione, uno strumento di ricollocazione, uno specchio nel quale si riflettono tutte le cose e le verità primigenie, la geografia che porta alla conoscenza del vero “ sé ” e del senso della vita ” (1).
Ruota di medicina perchè queste poesie vogliono toccare le nostre istanze più profonde:
Terrastella, per crescere nell’autostima
L’orbita, la giocosità dell’amore umano
Ninna nanna, la maternità e paternità
Mare di notte, il nostro essere attori sul palcoscenico della vita
Chiarore, il senso e la dignità del lavoro e della dedizione nel quotidiano.
L’Anima, ciascuno di noi, davanti a “Da Firmamento a firmamento“ vede il suo cono di luce, il canale da sempre aperto e attivo, tra la sua esistenza qui sulla Terra, nell’oscurità di una coscienza incarnata, fatta materia e la luminosità del suo Presente come Stella dell’infinito Firmamento

… ma poi, ciascuno di noi sente le Sue risonanze, di fronte alle parole…

La poesia è guaritrice in quanto è profezia: dire chi siamo in modo così alto ed espansivo da permettere a chiunque di specchiarsi e vedere il meglio di sé, in ciò che si afferma.
Diventare e manifestare pienamente ciò che “ già si è “, nel profondo di noi stessi.

Sono nate improvvisamente queste poesie, così come, ad un tratto, ecco, l’oscurità del cielo s’illumina di stelle. Ogni poesia una fantasia armoniosa, risanatrice, sorta per guidarci dal Firmamento lassù, fuori di noi, alle costellazioni in noi.
Le nostre esistenze, così come sono, già sacre, già vita nuova, fanno da specchio alla sacralità stellata del Cielo.

“ Il vero incontro con il sacro deve essere non solo un fatto di partecipazione sentita passivamente ma deve essere invece profondamente intima e interiore, cioè in forte contatto, un’azione reale di incarnazione oppure vicinanza ”. (2)

“ L’aspetto basilare del reale non è il “ pensiero ”, ma la “ visione ”, non è la materia morta e disgregata, ma il principio che trascende la dimensione del mentale. (3)


***


Amore

Io
per prima voglio sapere
chi è questo Spirito
che sono.

Sono incantata
innamorata
di me stessa.

Ecco, adesso la vedo
finalmente
questa Luce che
dall’Infinito mi raggiunge.

Pagliuzza dorata
inabissata
in ciò che sono.


15 dicembre 2003




***




L’orbita

Starei qui
a baciare le tue labbra,
per il tempo che il sole
attraversa
l’arco del cielo

per poi chiedere alla luna
di regalarmi la sua orbita.


16 gennaio 2004




***




Stella

Guardarmi da cinque, sei
mille e più punti di vista.
Mi cerco, chiamo, rincorro
e ad ogni incontro
nell’anima brilla
un gioco d’amore. Per me.

Stella
sorgente di Vita, esistenze
Sogni e alimenti.

Sapermi stella
nel cuore della Terra.


24 agosto 2004




***




Mare di notte

Blu
toccato dalle stelle,
velluto
sfumato, immobile, silenzioso.

Lo specchio delle Pleiadi.

Solo la luna
trova il coraggio di tuffarsi,
col suo arco possente,
sul palcoscenico della Terra.

Ogni notte, il Cielo mette in scena
misteriosi personaggi.


24 agosto 2004




***




Ninna nanna

Cammina piano amore mio,
quando entri nel mio cuore,
dorme il bambino
il regalo delle stelle.

Cullo il suo sonno
e veglio il suo respiro.

Ho giocato con la vita
per darmi questo figlio,
è la stella del cammino
che ora ci è vicina.


24 agosto 2004




***




Trasparenti sussurri

Frammenti di luce
sull’acqua increspata.
Universo d’azzurro.

Sapore di sole
nei campi di grano.
Ogni spiga una voce.

Orchestra di grilli
accordata nel buio.
Messaggi lontani.


24 agosto 2004




***




Terrastella

Mi riducevo ad essere un pianeta
sono una Stella.

Il mio fuoco più non brucia
arde, sè fatto bambino

luce che pulsa, nell’acqua
di ogni lacrima,
rubino caldo, nel sangue
che dà alito ad ogni corpo.
Mistero fatto bellezza
nelle geometrie sapienti della materia.

Arde, s’è fatto bambino
pensieri d’amore
intrecci d’armonie
negli amori degli uomini.


8 10 2004




***




Pan di stelle

“Il mio cuore è questa stellina!”
ecco, l’ho vista laggiù
nelle profondità di me.

Dorata, pulsante, quieta
viva
ora è Lei che chiama le mie cose
tutte, a raccolta.

Amori, disegni, progetti
dolcezza tenerezza serenità
intelligenze.

Lei ora mi costruisce
nutrendomi dell’universo
che conosce.

La mia unica appartenenza
è alla mia Fonte
posatasi, in questo cuore di carne,
dalle profondità del cosmo.

10 ottobre 2004




***




Chiarore 1

Al bivio, che ogni istante
l’anima incontra
decido
guardando le mie mani.

Sono luce le mie mani
quando su loro mi chino.

Hanno trattenuto
silenziose
ogni pulviscolo di stelle che dal mio buio
filtrava.

Scelgo la luce.


8 ottobre 2004




***




Appartenenza

Nido sicuro
alcova dolce, posseduta
seno che sazia.

Essere nutrita
dalla carne della mia carne
dalle ossa delle mie ossa.

Bisogni di bambina
l’appartenenza.

Oltre, posso osare oltre
nel creare spazi, geometrie, amori generosi
come quando il Creatore
s’inabissa in un cuore.

8 ottobre 2004




***




Sirio
Lo sai come mi chiamo oggi?
Sirio, mi chiamo Sirio.
Quando mi sono chiamata Sirio sono andata a curiosare: lo sai che Sirio è una stella doppia e che, mentre quella che si vede ha una densità molto bassa, la nascosta ha una densità elevatissima? Questa stella è una buona metafora per intuire chi siamo noi uomini.

Scrivere mi dà una fortissima emozione
scrivo
mentre ascolto una meravigliosa musica
che amplifica il mio sentire.
Mi accolgo, l’energia sale
giunge al mio pensiero
che, in silenzio, si dispone ad ascoltare.
Mi abbraccio, l’energia erompe
forte e dolce,
dal profondo del mio cuore
giungono parole nuove
da ascoltare e assaporare.

Finalmente ritrovato, il mio donare
s’esprime nella magica poesia
che ciascuno ha già nel cuore.
Sirio illumina il crepuscolo:
non vado più verso il buio da sola
la mia notte è vera e feconda
come il mio giorno.
Sirio dialoga con se stessa
trae la forza dalla sua parte oscura,

il sé più denso che attrae, prende
in un amplesso che brucia,
al fuoco dell’Universo,
desideri, arsure, atti, attese.

Sirio, ogni sera fedele
compare
illumina il cielo della grande luce
esplosa dall’essersi amata.

Il fuoco dello Spirito del Mondo
fonde le storie degli uomini e
crea
nei nostri quasi invisibili cuori
la Sua Storia.

10 maggio 2000




***




L’Isola che io vedo

L’Isola
che è lontana, sul mare
forse la vedono solo i miei occhi.

Isola
luminosa, vibrante
vera per me
che sempre cerco il gioco e la magia
per dare spazio ai miei pensieri.

Isola
dove io viandante mi rifugio
a ritrovare me stessa
dopo lunghe veleggiate
nell’arcipelago del mondo.

Isola
in cui mi svelo a me stessa
teneramente.

Lassù
Sirio mi guarda,
ora può specchiarsi
nel mio cuore di Terra
nelle mie acque di Cielo.

Il mio sogno
visto lassù nella stretta d’amore
tra la Stella e la sua Anima,
si svela qui
nello stupore che mi regala
la mia Anima.

Isola
rifugio
tenerezza
la mia creazione.


22 ottobre 2003




***




Da Firmamento a firmamento

Contempliamo le Grandi Parole
che stelle e costellazioni formano là
nelle profondità del cielo.

Leggiamo ciò che l’Anima del Mondo
ha pronunciato di Sé
Verbo Creatore.

Idioma che regge il mondo
essenziali, uniche Parole
che ci lasciano alla sconfinata libertà.

Comprendiamo che la Nostra Umanità
fa da specchio
al volto stellato del cielo.


8 ottobre 2004











Note:


1) Enzo Braschi, Vicini alla Creazione, Idealibri, Rimini 2000, pag. 120.
2) Mariano I. Bianca, Il Tempio, Atanòr ed., Roma, 1999, pag. 238-239.
3) Enzo Braschi, op. cit., pag. 109.

domenica 7 marzo 2010

Eppure, eppure sia













mi volto verso me stessa
e insemino
il mio quotidiano.
Solo io lo posso fare
fecondare la semente indivisa di me stessa
alitando
su ciò che ogni istante vivo








Archè

Sia
la dolcezza sia.

I pensieri nuovi
sono
i nostri vecchi sogni
rimossi, rinunciati
ridotti, non perseguiti
non insistiti

non creduti.

I nostri sogni sono
le nostre superbie
orgogli privilegi,
tutto ciò in cui volevamo
essere unici speciali
esclusivi
regali

il meglio di noi.

Invece…
ci siamo ridotti servi
poveri tra i poveri
per paura di essere
il tanto
il tutto che,
comunque, siamo.


novembre 2003




***




Mani di cristallo

Mani di cristallo
tra un po’
mani di pietra

le tue
amore mio
fatto crisalide
tra i fiori bianchi del mio Sogno.

Mani di pietra
tra un po’
cortecce inaridite, lontane
quasi incapaci ormai
di risvegliare la mia pelle.

Le correnti tumultuose di me
le conoscevi?
Dì, davvero le conoscevi
o ero io che vedevo trame fatate
dove solo c’era un cieco turbinare?

Sì, tu
a tendermi le mani, oltre…

e sono uscita dall’ isola.


14 agosto 2004




***




Verso la Sorgente

Cado sì
scendo, per darmi a me stessa.
L’abbandono
a tempi e spazi inconsueti
imprevisti.

Abdicare all’io
per lasciarsi raccogliere dall’Anima.

Davanti al sole
farmi ascolto
essere nutrita.


24 agosto 2004




***




Guardando l’isola

Questa terra forte
roccia che si lancia
nel mare aperto.

Vibrazione tesa
intensa
che si dà.

Un orgasmo della terra.


24 dicembre 2003




***




Terra

Questa è la mia terra
questo Pianto è la mia terra.

Terra da riscattare
terra già redenta.

Terra mai stata schiava
mai vinta.

Terra libera
la mia femmina.


27 febbraio 2004





***




Scolpire

Vedo…
scolpirmi.

Dentro me
colpi inferti con decisione, forza e maestria
per aprire un cunicolo nuovo

e mi chiedo:
perché ancora così crudamente?
Perché ancora una lama forte e accesa
per andare a esplorarmi e costruirmi?

Poi capisco
intuisco la Presenza, ancora indefinita
nascosta,
una, con il blocco di marmo.

Ecco, i primi colpi sul grezzo del masso
per liberare l’idea
i colpi d’urto, grossolani
forti, per staccare i pezzi esterni
e avvicinarmi a ciò che sarà la prima sagoma.

Primi nuovi passi dentro me
primo abbozzo di una parte di me che vuole esistere,
ora con premura.

Poi, quando già sarò in quel “dove” scelto
quando sarò quella figura,
già decisa,
passerò agli scalpellini, alle lime
alle carezze della levigatura e lucidatura.

Parlerò teneramente, a lungo, con me stessa
nella nuova forma…
e mi darò ancora un nome.


25 gennaio 2004




***




Chi siamo

I figli muoiono
perché
noi conserviamo le nostre morti.

Figli
fedeli alla vita
costruiscono i nostri sogni

costruiscono,
liberi dal giudizio,
i nostri sogni rinunciati.

Un attimo è bastato
per pensare impossibile
il sogno di me:
un dono, un’estasi
un amore rinunciato.

Un “no”
alla potenza della Vita
un parto del mio cuore
non creduto
che l’Amore ha riscattato e realizzato
nei Cieli dell’uomo.


8 febbraio 2004




***




da Pierrot a Pulcinella

Lacrime
alzano il sipario della vita
la tua tristezza insistente e irresoluta
scava il disincanto.

Anima
che si costringe a restare bambina.
Diventa
un’immagine Pierrot, non un volto!

Diventa la Forza
che in ciascuno di noi
apre
senza remissione, la scena
sulla verità del proprio cuore.

Ma nessun uomo
conceda più
il suo corpo e il suo cuore
alla rassegnazione e al pianto.

Il sipario
toccare la consapevolezza
che io e solo io
costruisco la scena e i personaggi.

Nella vita
al centro di ogni scena
c’è un Pulcinella.

Fame
di ilarità, di ironia
leggerezza, disinvoltura.

Fede
“Sono un gioco
un sorriso
sul palcoscenico del mondo”.


7 febbraio 2004




***




FIAT … ovvero essere creatori

“e poi fu sera e poi fu mattina
e Dio vide che ciò era buono”…

… Chi sono
in questo sguardo che plana
mentre sto
piantata nel Cuore del Mondo?

Vedo dentro me:
distese luminose
prati assolati
colline verdi.

Sento in me:
scrosci d’acqua
suoni… carezze
caldo e freddo
tepori.

Li riconosco
sono i miei desideri
i sogni, gli amori
tutte le gioie che mi sono data.

Un mondo
un universo
semi
che si sgranano dal mio seno.

Visioni di me contemplate
credute
pensate
chieste al mio cuore
ora godute.


tutta l’esistenza
il Fiat
alla Mia Creazione.


5 marzo 2004




***




Il Nome

Il nostro Nome
sta in fondo a parole
non dette
parole
che non abbiamo il coraggio di dire.

Nome muto
assiderato, oscuro
occulto.
Nome magico, variopinto.

Nome
urlo senza voce
suono senza corda di campana
secchio senza catena arido sul pozzo.

Lasciarsi rintoccare dalla brezza
lasciarsi attingere nell’anima.


3 maggio 2004




***




Il Dio di domani

È sera
anzi è notte
e cerco Dio.

Io, che passo i miei giorni
a demolire Dei
pensieri sacri e religioni.
Sì, io
appagata, benedetta
saziata
dalla mia pace
cerco Dio

So che Dio
è una Parte di me
ecco, sto creando
un nuovo Dio.

Ecco
sto creando Dio
sto creando la legittimazione
ad essere ciò che da sempre sono,
ciò che di me progetto.

Sto creando l’universo di risorse
che sempre m’ aspetto da Dio.
Sono in me
esse sono quell’universo che Sono.

Sto creando il Dio di domani.


20 maggio 2004




***




A casa

Quando è tempo, è tempo
adesso è tempo
è tempo
tempo

folgore, esplosione
potenza dell’io e dell’utero.
Dolce dormire, poi
tra le mie coltri di carne
di pensieri amorevoli
di sensazioni sciolte e permesse.

È tempo di issarci,
vela bianca nell’azzurro
profondo acerbo promettente,
caparbiamente voluto.

È tempo
di fare l’alba
con lui
di lasciar uscire parole d’amore
di lasciar muovere tenerezze,

tempo di piacevolezze
di frutti
di lasciar andare il trattenuto
e Vivere!

Cesti casse bauli vagoni
navi pianeti stelle
galassie di amore baci dolcezze.

La mia Via Lattea di tenerezza.


20 luglio 2004




***




Sull’aia

Il sole irriverente indora quest’aia
vissuta e operosa.

Ciascuno a suo modo s’ingegna a trovarvi
abbondanza e senso.

Palcoscenico del mondo dotato di saggezza:
gli animali del mio cortile
inabissato dalla psiche nell’oblio del tempo,
ora ritrovato.

Starnazzare, pigolare, gloglottare, grugnire, muggire, abbaiare, cantare
tubare, copulare, covare, allattare

dare vita al mondo: sole, vento fecondo, istinti, odori profumati

energie intelligenti della mia terra.


8 settembre 2004
















Creazione

















ad Arej







desideri

volontà

capacità di creare

spazio/tempo di vecchie creazioni liberati, sciolti

energie per rinnovarsi in un nuovo creare





Amarsi al sole

Gialla la ginestra vibra al sole
il raggio caldo
scorre il bordo delle sue foglie una ad una.

Quel tocco le porta la sua forma
in quella carezza lenta lei si conosce nei suoi fiori.

Brilla quel giallo
s’illumina, al sentire dei rami
giù, al tronco e fino alle radici.

Nutrirsi di sole.





***





Il Cielo

Ancora non è notte
ma lo spazio azzurro
profondo inesplorato
già chiama.

L’Anima del mare
presenza densa
sottile e impalpabile
attrae.

La luna esita
è l’istante del pensiero,
lei lo sa possedere con dolcezza e tenerezza
questo spazio, nuovo ogni sera.

La sua anima viandante
ogni sera
ricrea il sogno
abitato da costellazioni di arabeschi e fili d’oro.




***




Freschezza

Accarezzare le acque
risalire le acque
lasciarsi attirare
alla sorgente.

Perdermi
e ritrovarmi acqua
alla mia Sorgente.




***




Lucciole

Eros
sospeso nel blu
di questa magica sera.

I miei occhi
incantati
alle danze delle infinite luci
che si regalano gioia.

Attrazione
da terra a cielo
da cuore a Dio
da me all’Universo che in me s’illumina.




***




Oltre l’identità

Il Volto
aperto sull’Universo

gli occhi
a cogliere la Luce.

L’Orecchio
immerso nel Grande Silenzio

un Corpo
galassia circoncisa.

Per sempre nata.

Per sempre chiamata
a spalancare la sua esistenza
ad essere Presenza.

Per sempre chiamata
ad essere quella Libertà
nuda gratuita
in cui s’ è data.

Sarà Gioia?




***






L’ Anima

La Mia Anima
animale ferito
a lungo braccato da negrieri pensieri.

Un lampo di luna
fugge
alla coltre confusa e intricata
di un Cielo di nubi.

Vagabonda la Mia Anima
trascina falcate di paura
nel buio inconscio della sua Selva.

Si abbandona la mia Anima
arresa
a queste coltri di Cielo e di Terra
fredde buie straniere,
sono il suo letto
inospitale, sempre temuto.

Quasi un ringhiare insidioso
un sibilo misterioso
freddo
saliva da quel letto
che precludeva al mio Corpo
un riposo sereno.

Ora la notte ha ancora un lampo sofferto di mistero
ma la Mia Anima
s’abbandona fiduciosa,
cullata da cieli di tenebra
selve intricate
abissi insondati.

Veleggia la Mia Anima
su una gialla margherita
traghettata dolcemente tra queste sponde
ora ospitali
nel mare dell’Universo.




***




Amore nuovo

Già presente in ogni via di fuga
palpitante in ogni respiro sospeso.

Decidere di stare nel nulla fecondo
degli spazi dimenticati
e non difesi dal mio io onnipotente.

Riscattare le proprie macerie
nutrirsi di escrementi
succhi sborre liquami.
Gli aborti di pensiero
il meglio di me
di cui è ricco il mio ventre.

Amore di pace
che tutto accoglie
alimenta e lascia andare,
amore possibile
tenacemente voluto.

Amore che crede
“quando amo sono al sicuro!”.




***




Credo

E se lasciassimo fare ai Cieli

ai nostri Cieli interiori
attraversati solcati
perseverati, ora raggiunti.

Prima sempre cercati allo specchio,
nei riflessi dei cieli
incontrati negli occhi
e nei cuori di altri.

QUALCOSA ha palpitato in me
ha vibrato: SONO QUI.

Al tocco della PRESENZA
vedo lo specchio e l’illusione.




***




Bellezza e Pace

Un’altra Francesca emerge da me
è sospesa tra il corpo e l’aria.

Avverto il timore di arenarmi
in ciò che è stato
mentre il domani è ancora inconsistente.

Paura di tornare
in un limite senza respiro
mentre il Sogno
resta ancora sospeso, tra pensiero e parola
nascosto al quotidiano.

Intanto questo sottile corpo impalpabile
origine di sussurri aromi tenerezze
sta palpitando.

Quasi una Risurrezione
che senza sforzo si fa strada.

Emerge il desiderio di abbracciarlo
perché…
…egli vede in me la sua Bellezza
io sento in lui la mia Pace.




***




Storia antica

Potrei scrivere parole povere
ma perché, se il cuore scalpita,
non lasciarmi andare alla solare visione?

Tuffarmi nell’immenso ardore dei miei occhi
mentre mi guardo allo specchio
di questo giorno
consumato tra affetti amori
fatiche imprese.

Volontà di vivere
di creare cose nuove
di aprire strade sterrate allagate
appianate scoscese.

Andare per gli anfratti dei cuori,
del mio cuore,
finalmente con fiducia abbandonato
al suo stesso palpitare.




***




Il Cuore

Sperduta lacerata
eppure un suono trasuda dalle membrane

in ogni nicchia di me batte un cuore

ogni mio sguardo su di me è soave.

Forse adesso posso lasciare il timone
ancorare questa pressante cura di me
all’Universo.

Ho una Madre
ho un Padre,
ho un cuore che mi ascolta
e mi parla
dai silenzi più profondi del mio corpo
e della storia.

Sono sospesa su bastioni
che non sospettavo di aver innalzato.
Ero il mio idolo
così scomodo, così tenace e complice.

Contrabbandare la libertà
con illusioni così sottili e insidiose
da voler spendere tutto me stessa
per farle vere.

Adesso la vedo, la tocco
l’illusione,
mentre mi giunge la consapevolezza
che essa è solo lo specchio
di un Qualcosa di vero e fresco
che l’Universo ha in serbo per me.




***




La Mia Anima

Cavalla di razza
cavalca
ad occhi spalancati
le brughiere sconfinate.

Questi garretti nervosi
non danno tempo al riposo
per l’ebbrezza di attraversare
pietraie acquitrini
e incessanti colline verdi.

Orgogliosa del suo cuore libero
vero
fino a perdere se stesso
nel suo continuo innamorarsi del mondo.

Cavalla serena
che si lascia legare
sicura che nessuno
può domare la sua sete di abbracci.

La Mia Anima
bagliore tra le nebbie autunnali,
ancoraggio sicuro
del mio rinnovato andare.




***




“Se non diventerete come bambini non entrerete mai”

Occhi Nuovi
e questo vecchio mondo
aperto davanti a noi
è questo, il Regno dei Cieli.

Quando la luminosità delle cose
ci conduce alla Visione
e sappiamo il divino che siamo.

Quando la Bellezza
ci viene incontro
ovunque posiamo lo sguardo
sulle Terre e nei Cieli di ogni uomo.

Quando ogni creatura
si trasfigura davanti a noi
e ci rivela la sua essenza.

Il mondo dei sentimenti, delle apparenze
dei patti, dei contratti
le emozioni subite, i pensieri di controllo
la strategia della paura.
I nostri occhi vedono questo
quando tra noi e il mondo poniamo le chiavi
dell’impotenza e del giudizio
della sfiducia e della disistima.

Ma un’altra dimensione si apre
e ci fa veleggiare verso la risurrezione.
Stiamo sul trono della nostra più profonda e vera nudità
portiamo la corona della nostra regalità.
Decidiamo che questo e solo questo,
che si dispiega davanti a noi, è il Regno.

Questo apprezzamento mette nelle nostre mani
le chiavi del Regno.




***




Guardare lontano

Guardare lontano, vederti
e saperti accanto.
Ora onda ora sabbia
infinito e limite
tempesta di emozioni e sereno meriggio.
Un corpo un universo
ora in tumulto
ora dolente, silente
e in pace.

Vederti
e non sapere di amarti.




***




Perché marcire

dentro sentieri di speranza
mentre la vita bussa, preme
vuol essere presa?

Dove andare
come fuggire da se stessi
quando ormai incombono
eventi
che squarciano le nostre ferrate difese?

Perché aspettare
chi aspettare
se il tempo e lo spazio si dilatano
e rivelano alle nostre mani
un sentire carico di sogni
goduti appagati, redenti?

Fermarsi, sedersi
guardarsi attorno
inebriarsi del nostro luminoso e profumato giardino.




***




Fiducia

Angoli bui nelle mie stanze?
Perché no?
So che quando voglio li vado ad esplorare.

Sono eccitanti
intriganti
questi pezzi di storia nascosti e misteriosi
dentro la mia Anima.

Voglio che la Vita continui a sorprendermi.




***




Sto

sulla sponda del fiume che sono.

Osservo
srotolarsi davanti ai miei occhi
le bestie del mio tumulto più profondo.

Impetuoso
non so frenarlo,
impotente di fronte
alla forza indomabile delle mie acque.

Ho guadagnato la sponda
sono fuori dal guado.

Qualcosa di me può dirsi acqua…e altro
altro che sono oltre lo scorrere irrefrenabile
di questa forza
bianca e vaporosa
fredda, determinata.

Ma non sarei
se non fossi le mie Acque.




***




Aquile

Pezzi di anima escono a fiotti
rimbalzano
risuonano
urlano rimbombano
s’ accasciano.

Mi accascio, stordita
dal mio stesso dire
e il corpo freme.

Ali d’aquila
spezzate
voli sognati.

No
non sogna l’aquila
va.

Ali spezzate.

Tempo di nido
di casa.
Costruire il domani
rimarginare rafforzare
allargare le ali
lucidare le piume.

Guardare la valle
scrutare
ascoltare la spinta.

Librarsi




***





Una meravigliosa liberazione…
…e altre vite.

Grappoli di esistenze
uniti da un miele di gratuità
che scorre dentro acini rossi e dorati.

Fasci di spighe
chicchi abbondanti
farina promessa, elargita
macinata da cuori esigenti.

Olive generose, operose
pronte a perdersi in un filo verde
che lenisce ferite, dà gioia
riscalda di sorrisi i freddi inverni.

Eucaristia della Terra
generata nei nostri Cieli.

Linfa che sale da profonde radici
penetrate per attirare la Luce
fin negli ultimi freddi spazi
di una terra senza aria né respiro.

Cuori morti a se stessi
per essere pane olio vino
di un Sogno da attraversare
alla luce del giorno.




***




La voce

Esce la voce
da questa tenace appendice di carne
per far diventare parola
il vento impetuoso e infuocato,
deciso ad attraversare i cuori.

Da che sono risorto
continuo a morire
perché gli uomini
non vogliono
entrare nella propria morte

ma più accetto di morire
più incontro in me risurrezioni.




***




Il Dolore

trascina lentamente i suoi piedi
di vecchio usuraio.

Lo vedo allontanarsi
vinto
prigioniero, nel mantello
del suo inevitabile nome.

Dolore
parola vecchia, del passato
che riversa le sue abbondanti energie
ad onorare i miei piedi…

A me
Signora del mio oggi.




***




Santa Maria dé miracoli Venezia

Santa Maria Nuova.
È una sera tiepida
l’odore del mio paese.
Socchiudo gli occhi
giro la testa
e Tu m’ appari nel cuore di tante improvvise stelle
che allungano i loro raggi luminosi
e danzano come girandole negli strati blu della notte.

Blu oriente
colore
che mi affascina
e riempie di interrogativi la mia sera.
Sono bambina
e già il futuro appare alla mia mente
e interroga i miei giochi.

Poi la vita tra gli uomini
ha tracciato solchi rosso sangue.
Vie aperte da mani inesperte
una terra troppo giovane per essere madre,
zolle scoperte su un sole implacabile
che nega le zone d’ombra all’oblio
alla dimenticanza.

I prati dei nonni erano verdi
il verde della primavera.
Dolcissimo, riposante
rassicurante culla alle piccole esistenze.
Ho masticato la mia primavera
come la larva mangia la sua muta,
troppo nuda sono entrata nella vita
sulle tempeste ho costruito la mia corazza.
Futuro ignoto
solchi che scottano
corpo prigioniero.
Quel giorno vagavo
nessun pensiero occupava la mia mente.

Venezia si offriva
sonnolenta, stanca a mezzogiorno,
l’acqua mandava immagini di case, di fiori
il sole giocava
invadeva le finestre, gli stucchi
le calli.

Nessuna voce ha attirato il mio passo
nessuna intenzione ha guidato i miei occhi.
Solo una fila bianca di piccole colonne
riflesse nell’acqua.

Ho percorso questa solitaria immagine
di Poesia d’acqua e di marmo
come seguire un altro nome
dei mille di questa città.

Un cortile piccolo, angusto
muto tra le alte mura
mi appare davanti.
Ancora non so cosa nascondono le mie spalle.
Con fare da turista distratta
mi giro
e appare il mio domani.

L’inquietudine m’investe
strani suoni dentro la mia anima. Ora so
odori suoni pensieri del mio passato
hanno qui la risposta.
Ma quale risposta?
Ora la sofferenza si insinua
qui è il mio futuro
risposta al mio passato,
ma tutto è mistero.

Silenzio
i marmi rossi
i marmi verdi
il bianco il grigio
costruiscono il disegno moresco
la mia cabala.
Ascolto
avverto che la pace sta per visitarmi
la brezza acuisce il mistero
giunge la prima parola
“Oriente è il mio nome”.

Oriente?
Entro nella chiesa,
un grigio sfumato ora intenso, ora leggero
mi avvolge.
In fondo altri marmi
rossi verdi bianchi
giochi moreschi.
Sì, non so perché, ma è “Oriente”.

L’altare mi aspetta
i marmi rossi sono gemme vive
aspettano me,
i marmi verdi sapienti, mi rassicurano
il messaggio sarà di gioia,
i marmi bianchi mostrano la trama di un futuro
scritto con queste pietre.


Mi siedo
ascolto col silenzio dell’anima
“Sponsale”
è la seconda parola.

Intuisco una gioia
“l’Oriente si apre a me in modo sponsale”.
Come è possibile?
Alla mia domanda il grigio investe i colori dell’altare.
Tutto è nascosto ora
imprigionato nella geometria dei marmi,
invano i miei occhi cercano di scoprire
altri messaggi nascosti.

Esco
la luce tiepida del sole
illumina gli ultimi giorni oscuri,
un nome s’affaccia alla mia mente
ma è troppo lontano
perché possa essere vero.

M’incammino sotto il sole
ho stampata nel cuore
la facciata sibillica
di Santa Maria Nuova.



14 maggio 1987




***




Uccellino di pietra 5 ottobre 2003

intagliato nel marmo.

Ali turgide
scolpite nella forza del volo
intorpidite
freddate
da questo eterno sepolcro.

La mia carne è marmo
pregiato,
il mio cielo è una colonna
ricamata d’arabeschi.
Il mio universo è questa chiesa
e il profumo dell’incenso,
il mistero di questi marmi
rossi verdi blu, del grigio.

Quale demone
della mia piccola mente
mi ha costretto a lasciare il volo
per stare qui, immolato,
a mostrare agli uomini la spinta al volo
inchiodata nella stretta mortale del marmo?

Ma non vi preoccupate
anche la Sua era una tomba di pietra
un corpo di pietra…

Ho dentro la risurrezione.





all’uccellino scolpito nella colonna all’ingresso della chiesa di Santa Maria Nuova,
(Santa Maria dei miracoli), a Venezia.
La guida prende una stecchino e lo infila tra le ali e la colonna per far notare al visitatore la finezza dell’intaglio: le ali sono staccate dalla colonna, trattenute solo da un sottile, tremendo, pezzetto di marmo. E lui, l’uccellino è sempre là, freddato, imbalsamato nella sua colonna: io.

Non mi preoccupo, ho dentro la risurrezione.





***




Arej

Arej grande cavallo
Araj grande stella.

Hai tutto di me
le mie lacrime, il mio sangue
il mio sorriso.

Ti cavalco come si possiede
la Luce
accogliendola
solo facendo il grande vuoto
che risucchia in sé grandi potenze.

Arej
mio piccolo cuore
grande amore.

Ti ho creato perché so e posso amare
e mi spingi,
come se tua fosse la mia anima
e tua l’urgenza d’arrivare,
a correre sempre più veloce
negli spazi blu, stellati, del divenire.




***




Stella di David

Nessun dolore ha saputo rinunciare
alla forza della Tua Promessa.

In Te ciascun Uomo si riconosce
ciò che Tu ti riconosci:
Re a te stesso.

Stella di David
Universo fattosi pagliuzza dorata
che pulsa nel cuore di ogni Uomo
Tu dici
“Ma voi, chi dite che io sia?

Avete percorso con me
le strade della Palestina
ora, voi, chi siete?
Potete parlare di me
solo se sapete parlare di voi”.

Dopo averti conosciuto
sulle strade estreme della contraddizione umana
chi siamo?
Quanta polvere su quelle strade:
sangue dolore odori
ferite stracci pus
prigioni superstizioni schiavitù
paure.

Questo siamo
insieme al ricordo di averTi visto
chinarTi sulle nostre ferite,
mangiare nelle nostre polverose cucine,
fremere di fronte
alle nostre prigioni di paura.

Se Ti dico che sei Re
io sono Re.

Abdicare all’illusione
di caricare le spalle dell’altro,
comprese le tue, Gesù di Nazareth,
della responsabilità della mia salvezza
della dignità della mia eredità.

Stella di David
io sono questa Coscienza
possiamo dire di noi
ciò che Tu hai detto di Te.


L'Incanto


In verità ciò che bramate o che temete, che vi ripugna
e vi accarezza, ciò che evitate o perseguite, ogni cosa in
voi levita in un tenace e incompiuto abbraccio.
E come luci e ombre accoppiate in una stretta,
vi fermenta in cuore
".

(Gibran Kahlil Gibran)

***

Credere

Il sole il cielo la luna le stelle,
l’orrido le vette
e i prati verdi:
luoghi dell’infinito fattosi bambino.

Sapere di averli dentro,
cercarli, incamminandoci su sentieri incantati.

Lasciarli esplodere in me.

Respirare profondamente
dai tuoi occhi
l’universo che si è aperto nel mio cuore.

***



Conosci…

Conosco l’amore che si dà,
me lo porta il cielo, il mare, il sole.

Amore che chiede, prende, gioisce
chiama, confessa, conquista
pretende e anche lascia andare.

Batte i piedi, si prende cura di me
è mio, è tuo, è suo, ha un volto, ha un nome.

Non ha volto, non ha nome.
mi regala agli eventi
Amore presente, silenzioso
sta sulla mia spalla.

Amore di terra che mi porta il mondo
apre i cieli, fa scrosciare le cascate e,
in me, si prende cura delle mie innumerevoli stelle

le chiama… ciascuna per nome.

***



Visione

Una cascata e un arcobaleno
un sentiero ed uno scroscio.

Raggio e Luce.

Farfalla che si alimenta
del Suo bozzolo.
Anima che si nutre
alla Sua tomba.

Rinascere:
dai ricordi di bambina
portatori di spezie, fiori
aromi, incanti, umori, nettari.

La mia acqua
il mio seme
distillato della mia Anima
da riabbracciare alla Sorgente.

***

a Francesca Sofia

Mi raggiungi dall’eterno
primo inconosciuto squarcio
di un promettente sole.

La nostra vita
figlia e madre
prima si dà
poi si conosce.

Ora posso scrivere di te
qualcosa che è vero.

Sei l’amore esigente che chiama,
da un terreno confuso e cieco,
le forze per costruire una storia nuova.

Tu sei quella fede nella Vita che risorge
che in noi è Speranza,
in te è Credo
che si è fatto carne.

***



a Irene Angela

Grande silenzio
grande attesa.
La vita può venire ancora incontro all’uomo
solo in una grande pace.

La frenesia dei bisogni inventati
delle cose, dell’apparente non è il reale.
Reale è il divenire: la Vita
è la fantasia dell’anima: l’originalità.
Reale è il dono: la semplicità
è l’Essere che vuole parlare con noi
coinvolgendoci ancora nella Vita.

Ma l’uomo è distratto, confuso, lontano
dall’ autentico richiamo del suo essere più profondo.

Al di là di tutti i pur validi cammini umani
l’essenziale è ancora “ darsi “ per dare la vita.
Uscire dai rivoli stagnanti della storia
e scorrere nella Storia dell’Eterno.
Credere umilmente che il meglio della storia
lo fa chi, dopo di noi,
costruisce sui tracciarti delle nostre speranze.

***

a Giuseppe Gerardo

Una voce, la tua voce,
dà presenza alla dolcezza.

Il tuo sgambettare
intreccia trame gioiose nelle nostre stanze.

I miei voli d’aquila:
tracciati della fantasia in cui spesso mi disperdo.

Il tuo abbraccio tenace
mi vuole, qui
sul tuo viso, sui tuoi occhi.

Abdicare all’illusione
e lasciarmi riempire
dal dono che ogni giorno sei per noi.



***



Gioia

Luce, Luce, Luce.
Lasciamo che il nostro mentale
si abbeveri di Luce.

Si alimenti della sue stesse tenebre
così che masticate, impastate, assimilate
sprigionino tutta la loro Energia.
La Luce che sono.

***


Il nemico

Ho un nemico?

Sto nel suo campo.
Divento il mio nemico.
Faccio mio il suo pensiero
faccio mia la sua intenzionalità
e mi guardo.

Ciò che sento e vedo fa la consapevolezza
che raggiunge me e colui che,
prima nemico,
diventa l’altra parte di me
il mio amico.

La forza del campo del nemico
è l’altra parte di me, della mia forza
e, a me, serve tutta.

Andare verso tutte le energie di creazione.


***


Speranza

Per l’Universo attraverso la solitudine
attraverso un sottilissimo
lunghissimo filo di Luce.

Rovesciare le Tenebre
le profonde inestricabili tenebre in cui mi perdo.

Il nodo radicale
di quando io, bambina, ho aperto all’abisso.
La ferita, rossa, viva
che si apre appena mi vivo la gioia.
Gioia/Castigo
ogni respiro di vita rapito dal giudizio
risucchiato dal sacrificio.
Negarmi la vita, distruggermi
tanto di vita, tanto di morte

… “Abbracciami!"…

se riesco ad avvolgerlo con le mie braccia
partorisco dal mio cuore
quel sottilissimo, lunghissimo filo di Luce.

***



Silenzio

Accolto
questo silenzio irrimediabile
dal quale non serve fuggire.
Un battito
il battito del mio cuore.

Nonostante tutto amo.

Questo filo sottile di luce
questo ascolto.
Respiro fresco
voluto oltre ogni spasimo.

Questa è la via.

***

Il Tempio

Il Tempio non è più Tenebre
è Luce.
Bagliori di Luce erompono dai portali
dalle ampie aperture del colonnato.

Attirano inondano
illuminano svelano.

E Noi, Uomini, conosciamo
comprendiamo, integriamo.

Attirati
accorriamo alla Soglia
ci aspetta, da sempre, La Presenza.
Luce, Luce, Luce
che ci abbaglia, ci riempie
…e Noi
ci immergiamo nella Luce.
Pulsiamo della Luce di questo Tempio che siamo.

Anche gli antri, lontani
s’illuminano.
I nostri io ancestrali
abbandonati
quando il mondo ci ha invitati per un’esistenza,
che c’ illudevamo, meno faticosa.

Abbandonati, ma lasciati
al loro buio
il nostro buio.
Parti di noi, da tempi lontani
nelle tenebre.

Adesso, Luce.

***

Sospesa

Vicina all’Urlo
ma in esso non ancora ancorata.
Ancora, l’abbandono del mio essere capienza
non coincide, tenacemente,
col cratere di quel vulcano
che serba, in fondo alla mia anima, l’urlo.

Ancora, la mia carne
non è irrimediabilmente
lacerata tanto da alimentarsi del terrore
del suo stesso urlo.

Ancora mi difendo
tento di proteggermi da
quel vuoto/pieno incandescente
che brucerà ogni residuo di vita illusoria
ogni castello dell’io
che caparbiamente, in fretta,
sempre più disordinatamente, continuo a costruire.


***

Eventi

Adesso è il Niente
ancora il Nulla
tanto temuto, tanto allontanato
ancora il Nulla
Signore del mio presente.
Adesso la Poesia viene
ritorna
si alimenta di dolore
la mia consapevolezza
e, chissà perché, solo così si fa parola.

Giardino vuoto, mio, rinnovato.
Creare, costruire?
Io, Francesca… “Tu sei Francesca!”
Sì, colei che solo Nulla sa creare
solo dal suo Nulla vede costruire
e continua a vivere
senza saper succhiare
non nutrita
non cullata
ancora protesa nel Vuoto.

***


Autenticità

Qualcosa rischiava di farmi perdere
me stessa un’altra volta.
Qualcosa stava, un’altra volta,
portandomi via da me stessa.
Qualcosa di insidioso, pericoloso.
Qualcosa legittimato a sacro
indiscutibile, irresolubile, ineluttabile.
Mi stavo perdendo, stavolta
forse, irrimediabilmente.
Perché avevo detto all’altro:
"Prenditi cura di me, della mia anima”.

No. “Nessuno la toglierà dalle mie mani”…
perché "Io Sono un Dio geloso".

E’ mia, la mia Anima, solo di me
solo in me posso sentire e sapere
Chi sono
e cosa vuole la mia Anima.

L’avverto ora che il pericolo è evitato
è fuori di me e lo vedo.
Quella sarebbe stata l’irrimediabilità della perdita.

Questa E’, nell’Uomo, l’increazione.
Semplicemente, la morte non accade.
“Cose più grandi di me farete se soltanto crederete
di poterle fare"…

“non cose più grandi di Te, Signore,
mi basta un cuore nuovo".
Questo ho messo in dubbio
ho rischiato di perdere la fede in me stessa
l’evidenza e il riconoscimento del mio stesso esistere.

Da qui l’audacia del viversi così, come si è
per quanto e quello che si E’.

***



Lacerazione

Forza di Vita - Forza di morte
Abbraccio - Distruzione
La mia carne, il mio sentire, campo di battaglia
di due Forze inconciliabili.
Pari.
Lacerazione Dolcezza - Urlo Condivisione
sballottata inesorabilmente tra la dolorosa difesa
e la spinta a vivere
nessun ancoraggio
oblio.

Prigioniera
di vecchie visioni, di rancori
di paure ancora vive, attive, insidiose, distruttive.
Io ho chiuso
io ho buttato la chiave.

Prigioniera
e la Vita va avanti
passando diritta alla mia stazione.



***



Parole dagli dei

Risuonano le nostre voci
nelle vastità delle sale
dei nostri templi e palazzi.
L’eco ci ritorna
la vastità
dei nostri pensieri di pietra:
illusorie identità
cui abbiamo votato l’anima
e consacrato il sangue.

Ci serviva solo una tenda.

Era sufficiente prendersi cura della Tenda che siamo…
al resto
a farci gioire
avrebbe provveduto la Vita.

Perché tanta dolorosa
superba fatica più grande di noi?
perché abbiamo caricato
le spalle dell’Uomo di tanta “divina” Illusione?

***




Gelosia…

“e nessuno la toglierà dalle mie mani..."
la stretta mortale.

Mie sono le mani
che mi stringono.
Tento di togliermi il respiro.

Soffocata da me stessa
dalla Grande Paura
diventata madre e padre
della mia esistenza
dell’agire e del futuro.

Come il primogenito
geloso del fratello:
perché lo ama,
si ama troppo in lui.

Come l’uomo geloso
della sua donna:
perché in lei
ha visto la sua potenza.

Come la donna
gelosa del suo maschio:
perché quel seme
non deve avere altri ventri da nutrire e fecondare.

Come ogni esistenza che continua a fare
di qualcosa o qualcuno
fuori di sé
il senso del suo esistere.

Gelosia
grande forza tra le mie mani:
la tocco la circoscrivo
la sento la palleggio
la metto nel mio cuore

Così com’è
la metto nel mio cuore
così come sono
mi metto nel mio cuore.

Come d’incanto ecco i pascoli
i prati verdi
le distese fiorite e profumate
degli alpeggi.


“Conquistare le vette
dimorare sulle vette".
Lasciar andare chiunque
ogni fratello sorella
amante
uomo donna
figlio… Dio.

Lasciar andare ogni esistenza
a rinverdire i propri universi,
a me basta il mio prato
fiorito e profumato.

***

Trasparenze

Il fiume che scorre
pieno, ricco e calmo, eterno
silenziosamente presente.

La polla della vita divina
della vita.

Il vento mi affascina
più dei miei pensieri.

Vivere è stare ogni attimo
sul filo dell’equilibrista.

***

Ontologia

L’agape entra nei conflitti?

L’aldilà con la roccia
è l’essere partecipi con Dio
del perché delle sue
fedeli venature.

Adorare ciò che è
e ciò che siamo.

Fino a quando continuerò
a dividere Dio
da me stessa?

***




Assisi 1

E’, Presenza dentro
al verde perlato degli olivi
che si rincorrono fin dove arriva il mio sguardo.

E’, dentro al giallo e al rosso profondo e sorprendente dei faggi
che segnano il sentiero.

E’, dentro al rosso bagnato della terra
ferita, lacera sul colle.

E’, dentro ai sassi di queste case
rinnovate della preghiera.

E’, dentro Francesco
anima universale di questa terra.

E’, dentro di me
stanca, povera e innamorata
di questi alimenti prenatali.

***




Sono


Le nostre isole
si possono toccare
ma non fondere
“sono”.

Il respiro della vita
che dà vigore alla mia carne
mi commuove
e il trepido sguardo
sorveglia,
quali possibili passi,
segnano le mie strade.

Nulla resta nelle mie mani.

Qualcuno scruterà
i solchi della mia fatica e,
chissà come,
saprà
che non ho camminato invano.

***


Ara … ovvero il Mito


Il mio cuore è un altare

una solida coraggiosa lastra

più forte del mio volere

ove Ognuno è presente.

L’ara e l’essere non m’appartengono

io ero i miei sentimenti.

Ora solo la Vita

presiede a consacrare

i destini e la storia.

Il mio domani

perché più vicino

ora

stranamente lontano.

Niente è nelle mie mani

solo

sento la Forza di un germe d’amore

che vuole essere.


***

Sapere chi sono

Lacerati divisi evasi
fuori da noi stessi, oltre
noi stessi.
Inermi estremi
risucchiati dal vortice del possesso:
di se stessi dell’altro
di altro.

Grande io da onorare fatto dio
fattami dio.
La cuspide del nostro tremendo
possedere.

Bisogno di guardasi in sé
abbracciarsi
abbandonarsi a sé.

Nel culmine del mio voler possedere
il mondo.

Forza sacra
divino fedele a se stesso
nell’incommensurabile desiderio di tornare a se stesso
fattosi creazione.

***


Esistenze


Se potessi ascoltare la tua voce
umanità rinata
quali note la mia carne faticosa
potrebbe riconoscere?

Solo la Tua Presenza conosco
quando,
dopo tutta la volontà di morte,
ancora scopro di esistere.

***

Nuova

Forse non basta sprizzare schizzi di umanità
forse non basta scegliere ogni momento la gioia
forse occorre ricominciare
a camminare con il dolore.

Ma io non decido più la mia storia
vivo quello che viene dal profondo.

Se potessi farei un miglio con voi
ma una nuova forza
mi spinge lontano dalla malinconia.

Spero di esservi di speranza
almeno, non avrò sorriso invano.

***

Dispersione

Si continua a tracciare solchi sulla mia carne.

A quale negriero
lascio affondare la sua volontà
nelle mie zolle?

Terra stanca
perché non ti chiudi a coprire un seme?
Perché sempre resti arsa dall’aria
dai venti che
senza timore ti trapassano
e ti rubano la linfa della vita?
Dov’è il limite tra l’amore di sé
e l’amore del Tutto?

Troppo panteistico affanno
nei miei giorni.

Riappropriarmi di me stessa.